Di Giulia Franchi - Scosse
Per mesi lo spauracchio dell’ideologia del gender ha invaso le piazze, i consigli di classe, le parrocchie, i social network e la stampa. Un clima di disinformazione reazionario e oscurantista, alimentato da gruppi politici di estrema destra e dal fondamentalismo religioso, e basato sulla polarizzazione tra natura e cultura e sull’imposizione di un modello unico di amore e di famiglia che sarebbe messo in pericolo da chi sostiene l’educazione alle differenze e rivendica libertà e diritti per tutti e tutte.
Due i terreni principali di battaglia, spesso sovrapposti tra loro: la scuola di ogni ordine e grado, con la minaccia di corsi di masturbazione al nido e il temuto «indottrinamento» delle insegnanti, e la letteratura per l’infanzia con veri e propri elenchi di libri de-generi da mettere, neanche troppo simbolicamente, al rogo.
E su questi due terreni, e contro questo clima, si muove da sempre Scosse, associazione di promozione sociale nata nel 2011 da un gruppo di giovani donne con esperienze e formazioni diverse alle spalle, ma con una comune volontà di lavorare per la valorizzazione delle differenze e l’inclusione sociale e per la promozione di una cultura libera e aperta per tutti e tutte.
È nelle scuole, attraverso i corsi di formazione rivolti in primis alla delicatissima fascia di età 0-6 anni, che avviene l’incontro e il confronto con insegnanti ed educatrici, è da lì che si parte per condividere esperienze, dubbi e buone pratiche, per mettersi in gioco e spesso in discussione per capire quanto di noi, consapevolmente o inconsapevolmente, portiamo in classe, lasciando o meno bambine e bambini liberi di esprimersi liberamente e di immaginarsi grandi senza limiti e barriere. Il nostro modo di essere è infatti il frutto dell’educazione ricevuta a scuola e in famiglia e il contesto in cui viviamo manda continui segnali che ci condizionano profondamente: prassi ripetute diventano dettami, norme, e così nascono gli stereotipi che
vogliono bambini e bambine rigidamente divisi in maschi e femmine, con gusti, propensioni, ruoli e attività preferite definiti in modo netto e univoco.
Ed è attraverso gli albi illustrati, potente unione di immagini e parole, che si costruisce sin dalla prima infanzia l’immaginario, che si trasmettono luoghi comuni e pregiudizi o che al contrario si incentivano la curiosità, il desiderio di sperimentarsi, la voglia di raccontarsi e confrontarsi con ciò che è diverso da sé. Nasce per questo Leggere senza stereotipi, osservatorio on line del panorama editoriale in continuo aggiornamento, alla ricerca di rappresentazioni che stimolino bambini e bambine a compiere scelte, fare esperienze, avere sogni e ambizioni, leggere il mondo in modo libero, a prescindere dal proprio sesso.
Dall’unione di questi due mondi, la formazione nelle scuole e la letteratura per l’infanzia, arriva il libro che proprio da Leggere senza stereotipi prende il nome, pubblicato in questi giorni da Settenove, casa editrice con cui da sempre condividiamo battaglie e valori.
E di questi temi, insieme a tanti altri, si parlerà nella seconda edizione di Educare alle differenze (Roma, 19-20 settembre), giornate di autoformazione promosse da Scosse con Progetto Alice (Bologna) e Stonewall (Siracusa). Per dare spazio e voce al ricco e plurale universo dell’educazione alle differenze, fatto di saperi e competenze diffuse e di realtà che, pur nell’assenza quasi totale di fondi e in un clima di generale ostilità culturale, sviluppano in tutta Italia progetti efficaci e di qualità per la valorizzazione delle differenze, l’educazione sentimentale, la prevenzione e il contrasto delle violenze legate al genere e all’orientamento sessuale e di ogni forma di discriminazione e sopraffazione.
Redazione web